“Giovanni Falcone lavorava con perfetta coscienza che la forza del male, la mafia, lo avrebbe un giorno ucciso. Francesca Morvillo stava accanto al suo uomo con perfetta coscienza che avrebbe condiviso la sua sorte. Gli uomini della scorta proteggevano Falcone con perfetta coscienza che sarebbero stati partecipi della sua sorte. Non poteva ignorare, e non ignorava, Giovanni Falcone, l’estremo pericolo che egli correva perché troppe vite di suoi compagni di lavoro e di suoi amici sono state stroncate sullo stesso percorso che egli si imponeva. Perché non è fuggito, perché ha accettato questa tremenda situazione, perché mai si è turbato, perché è stato sempre pronto a rispondere a chiunque della speranza che era in lui? Per amore! La sua vita è stata un atto di amore verso questa sua città, verso questa terra che lo ha generato, che tanto non gli piaceva. Perché se l’amore è soprattutto ed essenzialmente dare, per lui, e per coloro che gli siamo stati accanto in questa meravigliosa avventura, amore verso Palermo e la sua gente ha avuto e ha il significato di dare a questa terra qualcosa, tutto ciò che era ed è possibile dare delle nostre forze morali, intellettuali e professionali per rendere migliore questa città e la patria a cui essa appartiene.”
Questo brano è un estratto dal discorso che Paolo Borsellino pronunciò in memoria dell'amico e compagno di lavoro alla Veglia per Giovanni Falcone, nella chiesa di Sant’Ernesto, a Palermo il 23 giugno 1992. Borsellino fu ucciso poche settimane dopo la mafia, il 19 luglio del 1992. Ventinove anni dopo il dramma di Capaci ci troviamo a scrivere della terribile strage che segnò la nostra storia e ci rese tutti profondamente consapevoli di quale male assoluto siano capaci le mafie. Da quella presa di coscienza e dalla morte, avvenuta solo poche settimane dopo, di Paolo Borsellino e della sua scorta, nacque una nuova stagione di lotta contro la malavita organizzata, che si rinnova ogni giorno e diventa più intensa ad ogni anniversario.
La nostra scuola ha ospitato nelle scorse settimane la criminologa Flavia Fiumara che ha approfondito in un dibattito con gli alunni le vicende” di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e di Emanuela Loi che aveva solo ventiquattro anni quando è morta per difendere lo Stato, nell’attentato al giudice Paolo Borsellino in via D'Amelio, siamo orgogliosi che il nostro Istituto Scolastico sia legato al suo nome ed all’esempio di coloro che hanno speso la loro vita fino all’estremo sacrificio per la lotta alle mafie.
Continueremo nei nostri percorsi educativi e civili ad elaborare azioni di contrasto non violento, valorizzare le buone prassi, le esperienze maturate in tema di libertà, cittadinanza, informazione, legalità, giustizia e solidarietà. L’I.T.E.T. “Emanuela Loi” dovrà diventare, ancora di più, luogo simbolico della lotta alla malavita organizzata.
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